Scale di valutazione:
- C-SSRS
SCALA
DELLA COLUMBIA UNIVERSITY PER LA
VALUTAZIONE DELLA GRAVITÀ DEL RISCHIO DI
SUICIDIO. La scala è stata tradotta dagli
autori a cui abiamo chiesta la possibilità
di utilizzarla; per conoscere e consultare
versione prima visita QUI
e versione visite successive QUI2.
Gli autori suggeriscono caldamente
l'utilizzo del tutorial
obbligatorio nel caso di utilizzo della
scala per ricerca.
- Strumenti di valutazione generale
In questo lavoro presentiamo la versione
italiana della Multi-Attitude Suicide Tendency scale
(MAST), scala di valutazione del rischio suicidario.
In fase introduttiva, ci preme sottolineare i limiti
che, inevitabilmente, presentano le scale per la
valutazione della suicidalità in età evolutiva.
Generalmente, per “suicidalità”, costrutto a cui la
maggioranza delle scale sul suicidio fa riferimento,
si intende una condizione compresa tra l’ideazione
suicidaria ed il suicidio completo. Sono, quindi,
compresi gruppi di soggetti diversi: quello degli
ideatori, di chi minaccia, di chi ha compiuto un gesto
suicidario e dei suicidi. Difficile stabilire in che
modo siano collegati i diversi gruppi, non è chiaro se
si tratta di gruppi distinti, se si sovrappongono
parzialmente o se si tratta dello stesso gruppo.
Inoltre, essendo bassa, la percentuale di soggetti che
ha compiuto un gesto suicidario o il suicidio, risulta
difficile ottenere informazioni statistiche che
permettano la costruzione di scale con una capacità
predittività elevata. L’obbiettivo principale di ogni
scala è avere una elevata sensibilità per identificare
tutti i potenziali suicidi. Di conseguenza tutte le
scale tendono a sovrastimare il rischio. Per questo
motivo molti autori raccomandano prudenza nella loro
interpretazione e ricordano che le scale non possono
essere sostitutive della valutazione clinica perché
ipersensibili e sottospecifiche. Da sole non hanno
valore predittivo. Un adolescente che risulta positivo
ad una qualsiasi scala dedicata al TS deve essere
sempre valutato clinicamente prima di proporre o
formulare un qualsiasi intervento terapeutico.
La MAST valuta il rischio suicidario sulla
base di un costrutto teorico, non contiene domande
dirette a rilevare ideazione, minacce e comportamenti
suicidari e quindi non è utilizzabile, da sola, per
gli studi sulla prevalenza della suicidalità. Può
essere, peraltro, utilizzata vantaggiosamente anche
con soggetti che non hanno compiuto TS. Orbach ha
proposto una valutazione della tendenza suicidaria
basata su un modello fenomenologico del comportamento
suicidario. Attraverso osservazioni cliniche e studi
standardizzati l’autore ha ipotizzato che il
comportamento suicidario ruoti intorno al conflitto
tra attitudine verso la vita e verso la morte. Durante
tutta la vita queste attitudini sono continuamente
soggette a mutamento. All’interno di questa condizione
mutevole possono verificarsi eventi o esperienze in
grado di modificare l’equilibro causando spinte
suicidarie.
La MAST consiste di trenta Item con 9 item
descrittivi della repulsione alla morte (RD), 7 items
per la attrazione alla vita (AL), repulsione alla vita
(RL), attrazione alla morte (AD).
Le quattro attitudini possono essere
sinteticamente descritte come:
AL: l’attrazione verso la vita è influenzata
dal senso personale di sicurezza nelle relazioni
interpersonali (famigliari e amicali), dalle relazioni
di amore, dall’autostima, ed in generale previene
l’autodistruzione. Alcune delle domande sono: Per la
maggior parte del tempo mi sento felice (n° 1);
Sebbene a volte le cose possano essere pesanti, credo
valga la pena vivere (n° 5); Mi vedo, nel futuro, come
una persona di successo (n° 13).
RL: la repulsione verso la vita riflette
esperienze di sofferenza: impossibilità di prevedere
una risoluzione allo stato di pena, perdita di persone
amate, esperienze di abusi, desiderio di
autodistruzione, identificazione con genitori
depressi. Alcune delle domande sono: La vita mi sembra
una lunga e difficile lotta (n° 2); Non chiedo aiuto
perfino se le cose sono molto difficili per me (n° 9);
Ho la sensazione di non essere importante per la mia
famiglia (n° 14)
AD: (attrazione alla morte) deriva dalla
percezione distorta verso la morte che viene
considerata come reversibile ed una possibile via di
miglioramento. In adolescenza viene spesso idealizzata
come uno stato di unione mistica con l’universo. Per
chi ha perso una persona cara può essere il modo per
ricongiungersi a lei. Alcune delle domande sono:
Conosco persone che sono morte e penso che le
incontrerò alla mia morte (n° 8); Un gran numero di
problemi si risolvono solo con la morte (n° 22); La
morte può portare calma e tranquillità (n° 27).
RD: la repulsione alla morte può essere
elevata anche tra le persone con forte tendenza
all’autodistruzione. Deriva dalla consapevolezza di
come la morte sia inevitabilmente la fine della vita.
La RD rappresenta un forte freno all’autodistruzione
anche per la paura di severe punizioni dopo la morte.
Alcune delle domande sono: Pensare alla morte mi dà i
brividi (n°10); Mi spaventa il pensiero che un giorno
sarò morto (n°20); La morte mi spaventa più di
qualsiasi altra cosa (n°29).
La scala può essere utilizzata per
differenziare i soggetti a rischio suicidario da i non
suicidari, per valutare il differente grado di
pericolosità del comportamento suicidario, per
follow-up dell’andamento della terapia o evoluzione a
distanza. Inoltre, può essere utilizzata non solo per
gli studi dedicati al comportamento suicidario, ma per
valutare gli atteggiamenti verso la vita e la morte in
soggetti colpiti da malattie, incidenti, traumi ed
altri eventi sfavorevoli della vita. Un criterio per
confermare l’utilità e l’efficacia di una scala è la
sua diffusione. Riportiamo una breve selezione di
ricerche che hanno utilizzato la MAST: è stata
applicata per valutare la gravità del rischio
suicidario a confronto con altri strumenti di
rilevazione. Per verificare la suicidalità in
adolescenti che hanno subito la perdita di un
genitore, per valutare in che misura l’esposizione a
tentato suicidio o suicidio rappresenti un fattore di
rischio per il tentato suicidio, per stabilire come
l’abuso sessuale e/o fisico influisce sull’ideazione
suicidaria e gli atteggiamenti verso la vita e la
morte, inoltre, per valutare le differenze tra i
comportamenti autolesionisti e i tentativi di suicidio
e in che misura la percezione negativa del proprio
corpo e le cure dei famigliari hanno un peso sulle
persone che hanno fatto un tentativo di suicidio. La
versione italiana è stata utilizzata, insieme ad altre
scale, in, almeno, due ricerche svolte su studenti di
scuola superiore a Milano e a Bologna per indagare
insieme alla prevalenza anche il profilo dei soggetti
con manifestazioni suicidarie.
Limiti della MAST : 1) mancanza di studi di
test-retest. Per altro, la ri-misurazione, sugli
stessi soggetti, di aspetti instabili per definizione
risulta problematica; 2) mancanza di studi di validità
predittiva; che come abbiamo visto è un problema
condiviso da tutte le scale che valutano la
suicidalità in età evolutiva; 3) una delle sotto-scale
quella della repulsione alla morte (RD) non ha
ottenuto risultati convincenti nelle valutazioni per
la validità concorrente ed è risultata carente, in
alcuni studi, anche nella possibilità di differenziare
tra gruppi di soggetti suicidari e non suicidari.
Abbiamo applicato la MAST a tre diversi
gruppi di soggetti:
a) Gruppo di adolescenti che hanno compiuto
un tentativo di suicidio, composta da 61 soggetti.
Costituito da due sottogruppi, uno clinico (35
soggetti) ricorso a cure mediche dopo un gesto
suicidario ed uno individuato con self report (26
soggetti). b) Gruppo psichiatrico (14 soggetti),
individuato in modo casuale all’interno dei soggetti
seguiti negli ultimi anni presso il nostro servizio
psichiatrico escludendo i soggetti che avevano
compiuto TS. c) Gruppo di controllo (27 soggetti)
individuato attraverso somministrazione di self report
a studenti di scuola media superiore. Dall’analisi dei
questionari non risultavano disturbi psichiatrici e
non vi erano soggetti che in passato avessero compiuto
gesti suicidari. La scala è stata tradotta in italiano
dall’inglese da diversi componenti del nostro gruppo
di lavoro (psicologi, neuropsichiatri infantili,
psichiatri) e la traduzione è stata discussa con lo
stesso Orbach che l’ha approvata.
La validità del contenuto è stata confermata
da diversi esperti interessati al trattamento degli
adolescenti con problematiche suicidarie. La validità
interna è stata valutata attraverso una analisi
fattoriale degli item con rotazione ortogonale
(Varimax); è stata mantenuta la struttura a quattro
fattori come originariamente proposto da Orbach. Per
quanto riguarda la validità concorrente, non è stato
possibile valutarla in italiano poiché mancano per
l’età evolutiva scale validate di misurazione della
suicidalità. E’ stato comunque possibile valutare i
quattro atteggiamenti della MAST con altre scale (SVSD
e TMA) validate in italiano non specifiche per la
suicidalità ma che hanno attinenza con il costrutto su
cui la MAST si fonda. Ricordiamo che negli studi
internazionali di validazione la MAST è stata invece
somministrata insieme a diversi test concorrenti. In
questi studi, tutti gli autori hanno trovato una buona
correlazione nella direzione attesa per le sotto-scale
AL, RL, AD mentre la sotto-scala repulsione alla morte
(RD) è quella risultata meno efficace e in alcuni casi
non statisticamente correlata in modo significativo
con le scale utilizzate per la validazione
concorrente.
La validità discriminante è stata valutata
attraverso il confronto tra i tre gruppi: suicidario
(TS), psichiatrico (PSICH) e normativo (NORM). Analisi
e discussione dei dati. Dalle diverse valutazioni
fatte sulla versione italiana della MAST possiamo
confermare l’utilità di questo strumento nel rilevare
il rischio suicidario in età evolutiva. Infatti
l’analisi dei risultati alla MAST mostra che la
differenza tra le medie dei diversi gruppi (grafico 1)
è statisticamente significativa per tutti e
quattro gli atteggiamenti con una unica eccezione.
Infatti, RD risulta significativamente diversa solo
tra il gruppo TS ed il normativo ma non con il gruppo
psichiatrico. Questo dato è coerente con quanto
riportato da altri autori che hanno segnalato, per la
sottoscala RD, la bassa significatività statistica sia
per la validità discriminante che per quella
concorrente. Il gruppo TS come abbiamo visto è
composto da soggetti clinici e soggetti individuati
con self report. Abbiamo verificato, confrontando i
due gruppi, la sostanziale concordanza dei risultati
alla MAST. Questo conferma quanto osservato in altri
studi e quindi il possibile uso della MAST in ricerche
svolte esclusivamente con self report. E’ nostro
interesse verificare la sensibilità della scala
rispetto alla rilevazione di diversi gradi di
suicidalità, caratteristica segnalata sia da Orbach
che da altri autori. Attualmente abbiamo potuto
osservare i dati che provengono da un sottogruppo TS,
selezionato per gravità (ripetizione del TS), che
confermerebbe la sensibilità della scala nella
direzione attesa. Ci proponiamo di valutare la MAST
anche in un gruppo di pazienti con solo ideazione
suicidaria. Intendiamo, inoltre, valutare, se è
possibile utilizzare la MAST alla fine o in corso di
trattamento ed in particolare, per verificare, in che
modo vengono evidenziati eventuali cambiamenti del
soggetto. Letteratura:
RESEARCH
Open Access: Non-suicidal
self-injury (Nssi) in adolescent inpatients:
assessing personality features and attitude toward
death Mauro Ferrara, Arianna Terrinoni and Riccardo
Williams.
Altri
articoli MAST
biblio
Da
segnalare l'articolo:
ATTEGGIAMENTI NEI
CONFRONTI DELLA MORTE E DEL SUICIDIO IN ADOLESCENZA
Alfio
Maggiolini, Mauro Di Lorenzo, Cecilia Pisa
Psichiatria e Psicoterapia (2012) 31,4
Riassunto
Oggetto: il suicidio giovanile è in
aumento a livello mondiale e le statistiche ufficiali
tendono a sottostimare il fenomeno.
Metodo: la ricerca si propone di
individuare la diffusione di atteggiamenti a rischio per
il suicidio in adolescenza. In un campione di
adolescenti lombardi (N = 2312) dai 14 ai 19 anni sono
stati utilizzate la Multi-Attitude Suicide Tendency
Scale (Osman 1993) e lo Youth Self-Report (Achenbach
2001). Sono state condotte correlazioni lineari, analisi
di associazione (chi quadrato) e confronti tra medie
(ANOVA).
Risultati: la ricerca mostra che il 7%
degli adolescenti ha atteggiamenti problematici nei
confronti della morte del suicidio. Gli adolescenti più
a rischio sono caratterizzati da una bassa capacità di
coping e da una scarsa familiarità con il corpo,
mostrano una maggiore presenza di problemi
internalizzanti, in particolare di ritiro depressivo e
sociale.
Conclusioni: I risultati confermano che
gli adolescenti a rischio, per un atteggiamento
problematico nei confronti della morte e per la
propensione al suicidio, sono di diversi ordini di
grandezza superiore a quella indicata dalle
registrazioni ufficiali, con un rapporto di 1:100 tra
tentativi di suicidio registrati nelle
statistiche ufficiali e i tentativi dichiarati dagli
adolescenti (1,4% del campione).
C-SSRS
SCALA
DELLA COLUMBIA UNIVERSITY PER LA
VALUTAZIONE DELLA GRAVITÀ DEL RISCHIO DI
SUICIDIO.
La
scala è stata tradotta dagli autori a cui
abiamo chiesta la possibilità di utilizzarla;
per conoscere e consultare versione prima
visita QUI
e versione visite successive QUI2.
Gli autori suggeriscono caldamente l'utilizzo
del tutorial
obbligatorio nel caso di utilizzo della scala
per ricerca.
La versione di
screening della C-SSRS è uno strumento ideale per la
sua efficacia e facilità di utilizzo. Non necessita
di formazione specifica in psichiatria per la sua
utilizzazione e presenta un’affidabilità del 99%,
indipendentemente dalla formazione ed educazione
acquisita in ambito di salute mentale. Il tempo
medio per la sua compilazione varia tra uno e due
minuti, ed è utilizzabile per la valutazione delle
ideazioni suicidarie nel corso della vita di adulti,
adolescenti e bambini.
La versione
cartacea della C-SSRS può essere inserita nella
cartella clinica del paziente, oppure essere
allegata alla cartella elettronica, così da essere
ancor più efficacemente accessibile nella pratica
clinica quotidiana. Esiste ed è ampiamente
utilizzata anche una versione di auto-valutazione
elettronica (e-CSSRS) vedi letteratura1
e 2
3
La C-SSRS comprende
voci basate su prove di evidenza necessarie a una
valutazione complessiva. Classifica il grado di
ideazione suicidaria di un individuo su una scala da
uno a cinque, partendo da un “generico desiderio di
morire” all’“ideazione suicidaria attiva con
specifiche pianificazione ed intenzione di
suicidio”. Questa scala è anche in grado di
identificare i comportamenti che potrebbero essere
indicativi dell’intenzione di un individuo di
commettere suicidio. Un individuo che presenti anche
un solo singolo comportamento compreso nella scala
di valutazione è da otto a dieci volte più a rischio
di commettere suicidio.
Struttura e
modalità di somministrazione della
Columbia-Suicide Severity Rating Scale
Per ogni voce della
C-SSRS sono allegate le definizioni
corrispondenti,e, per ogni categoria, sono fornite
domande standardizzate, al fine di guidare
l’intervistatore e facilitarne una più
efficaceidentificazione. Ai fini di questo articolo,
riportiamo di seguito le domande standardizzate
(escludendo invece le definizioni) per
ognicategoria.
- Domanda 1.
Desiderio di morire. “Ha mai desiderato di morire o
diandare a dormire e non svegliarsi?”
- Domanda 2.
Pensieri attivi di uccidersi. “Ha mai realmente
pensatodi uccidersi?”Se il paziente risponde “no”
alle domande 1 e 2, la sezione relativa
all’ideazione suicidaria è conclusa. Se ilpaziente
risponde “sì” alla domanda 2, allora devono essere
poste le domande 3, 4 e 5. Se la risposta è “no”
passaredirettamente alla domanda 6.
- Domanda 3.
Pensieri sulle modalità di suicidio. “Ha mai pensato
acome potrebbe uccidersi?”
- Domanda 4.
Intenzione suicidaria (senza piani specifici). “Ha
maiavuto questi pensieri o qualche intenzione di
portarli a termine?”
- Domanda 5.
Intenzione suicidaria con messa in atto di
pianispecifici. “Ha mai cominciato ad elaborare o
elaborato i dettagli di come uccidersi e intende
portare a termine questo piano?”
Anche se
l’ideazione suicidaria è negata, questo non
significa che nonci siano dei comportamenti
suicidari. Si deve pertanto indagare riguardo a
precedenti tentativi di suicidio anche in assenza
diideazione suicidaria.
- Domanda 6.
Comportamenti suicidari. “Ha mai fatto
qualcosa,iniziato a fare qualcosa, o si è mai
preparato a fare qualcosa per porre fine alla sua
vita?”
Se la risposta è
“sì”, indagare sulle tempistiche. Più di un annofa?
Da tre mesi e un anno fa? Nell’arco degli ultimi tre
mesi?
Se si stabilisce
che il paziente non ha mai avuto alcun comportamento
oideazione suicida, non sono necessarie ulteriori
domande.
Triage e criteri
per passare agli interventi successivi
Dei punti nodali da
utilizzare con la C-SSRS sono stati sviluppati
alfine di guidare in maniera standardizzata gli
interventi successivi ad alcune risposte fornite:
- La risposta “sì”
alle domande 1 o 2 indica la necessità diindirizzare
il paziente a un centro di salute mentale al momento
della dimissione.
- La risposta “sì”
alla domanda 3 indica la necessità di unavalutazione
da parte di un team di cura e di monitorare la
sicurezza del paziente.
- La risposta “si”
alle domande 4 o 5 (sull’ideazione suicidaria)indica
la necessità di inviare immediatamente il paziente
allo psicologo o allo psichiatra per una valutazione
ulteriore.
- La risposta “sì”
alla domanda 6:
- Se riferita a più
di un anno prima, indica la necessità diindirizzare
il paziente a un centro di salute mentale al momento
della dimissione.
- Se riferita a un
periodo compreso tra una settimana e un anno
prima,indica la necessità di una valutazione da
parte di un team di cura e di monitorare la
sicurezza del paziente.
- Se riferita
all’ultima settimana, indica la necessità
dieffettuare una consulenza psichiatrica e di
monitorare la sicurezza del paziente. Una ricerca
sui tentativi di suicidio ha confermato chele
risposte affermative alle domande 4 o 5
(sull’ideazione suicidaria) sono in grado di predire
i tentativi di suicidio. Inoltreuna meta-analisi ha
concluso che l’utilizzo di tale strumento di
screening può causare una riduzione del tasso di
suicidi nellapopolazione adulta.
Letteratura di
riferimento
C-SSRS Biblio completa
Biblio
principale: Posner K. Separating the wheat
from the chaff: identification and triageusing the
Columbia-Suicide Severity Rating Scale (C-SSRS).;
Posner K, Brown GK, Stanley B, et al. The
Columbia-Suicide Severity RatingScale: initial
validity and internal consistency findings from
three multisite studies with adolescents and
adults. Am J Psychiatry. 2011;168(12):1266-1277.
(Cross-sectionalstudy; 673 patients)
Strumenti di valutazione generale
Strumenti clinici che
utilizziamo per la valutazione sono: colloqui
clinici con l’adolescente e la famiglia; Test
proiettivi (con attenzione agli indicatori di
rischio suicidario): TAT, Rorschach, FAT.; Test
cognitivi: Matrici di Raven, WISC, Leiter,
approfondimento difficoltà di apprendimento.
Questionari: Il Test di Valutazione
Multidimensionale dell’Autostima (TMA); La Scala di
Valutazione degli Stati Depressivi (SVSD); La scala
Eating Disorder Inventory-3 (EDI-3); MMPI-A. Inoltre
per la diagnosi utilizziamo l’intervista diagnostica
K-SADS-PL e la batteria SAFA. Scala per la
Valutazione Globale del Funzionamento (VGF).
Inoltre viene proposta la
somministrazione della Adult Attachment Interview
(AAI - TAAI) (Crittenden) con applicazione della
scala della valutazione della Funzione Riflessiva
(Fonagy).
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