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Articoli: links diretti, segue breve presentazione.


Tentato suicidio in età evolutiva: intervento clinico, strumenti di valutazione e analisi dei fattori di rischio
D.G. Poggioli, A. Mancaruso, S. Costa, S. Chiodo, G. RigonPsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza vol 75 num 1 2008 pag 113-135
Suicidio e tentato suicidio nell’infanzia e nell’adolescenza. Commenti alla più recente letteratura

G. Rigon*, D. G. Poggioli* Imago (1997, 2, 141-166). 


Il tentativo di suicidio nell'infanzia e nell'adolescenza: primi dati relativi alla Città di Bologna Giancarlo Rigon, Stefano Costa, Michela Tugnoli, Daniele G. Poggioli


Considerazioni eziopatogenetiche e cliniche su un caso di ripetuto tentato suicidio di una adolescente. Rigon Giancarlo, Poggioli Daniele Giovanni., Mancaruso Alessandra

La rilevazione del tentato suicidio in adolescenza Rigon G., Poggioli D., Mancaruso A., Tugnoli

Fattori di rischio del tentato suicidio. Risultati di un self report anonimo su 517 adolescenti. D. G. Poggioli, R. Mansi, A. Mancaruso, G.Rigon.

Tentato suicidio in età evolutiva e disturbi del comportamento alimentare: riflessione su un campione clinico. Autori: Mancaruso A., Poggioli D.G., Chiodo S., Costa S., Rigon G.

Tentato suicidio in Età Evolutiva. Intervento clinico e uso della scala MAST nella fase di valutazione, attraverso la presentazione di un caso.
Ponzellini MG.; Bicchielli A.; Grandicelli S.; Fugazzaro M.; Lolli S.; Mancaruso A.; Nappi M.A., Poggioli


Tentato suicidio in Età Evolutiva: uso della scala MAST per la valutazione dell’atteggiamento verso la vita e la morte. Poggioli D.G., Mancaruso A Chiodo S., Costa S., Rigon G


Tentato suicidio in età evolutiva e presenza di patologia psichiatrica in un genitore
DG Poggioli; Alessandra Mancaruso; Giancarlo Rigon


TENTATO SUICIDIO IN ADOLESCENZA STUDIO BIBLIOGRAFICO SUI FATTORI DI RISCHIO E I SISTEMI DI AIUTO AGLI ADOLESCENTI CHE TENTANO IL SUICIDIO E ALLE LORO FAMIGLIE. PATRIZIA AMADEI*, SILVIA BONACINI**, UMBERTO NIZZOLI***

ADOLESCENZA, TENTATO SUICIDIO E ORIENTAMENTO SESSUALE:UNO STUDIO SUI CORRELATI PSICOSOCIALI Tratto da: Pietrantoni L. (1999), Il tentato suicidio negli adolescenti omosessuali Minerva Psichiatrica, 40, 75-80.

Studio sugli atti di autolesionismo e comportamenti suicidari nell’adolescenza, studio delle circostanze di vita
Dott.ssa Renata Aliverti; Dott.ssa Sara Battistutta

Riflessioni sulla suicidologia adolescenziale SCHWARZENBERG T. L.

In questa sezione riportiamo articoli pubblicati in diverse riviste e libri. Nella maggioranza dei casi è stato richiesto permesso formale agli autori. In alcuni casi ci siamo limitati a riprendere articoli pubblicati nel web riportandoli interamente. 

Informazioni generali si possono ricavare dall'articolo "Suicidio e tentato suicidio nell’infanzia e nell’adolescenza. Commenti alla più recente letteratura" di G. Rigon*, D. G. Poggioli* che riprende in larga misura un articolo pubblicato su Imago (1997, 2, 141-166). 

Disponibile anche zip: ingen.zip

 Riassunto: Al fine di compiere una ricognizione aggiornata del problema del tentato suicidio e del suicidio attuati in età evolutiva vengono analizzati più di 150 articoli apparsi su riviste scientifiche nazionali ed internazionali. 
Da questa analisi emerge come il tentato suicidio compiuto da soggetti di età inferiore a 18 anni sia un fenomeno esistente, di notevole entità ma poco conosciuto ed esplorato, soprattutto nel nostro Paese. 
Della letteratura presa in considerazione vengono in particolare focalizzati e discussi i fattori di rischio e quelli precipitanti il comportamento suicidario nonché le diverse ipotesi etiopatogenetiche avanzate al riguardo. 
Vengono inoltre presentate alcune strategie di prevenzione e vengono discussi alcuni approcci terapeutici ai soggetti interessati e alle loro famiglie. 


Nell'articolo: Il tentativo di suicidio nell'infanzia e nell'adolescenza: primi dati relativi alla Città di Bologna (Giancarlo Rigon, Stefano Costa, Michela Tugnoli, Daniele G. Poggioli) l'obiettivo del lavoro era la valutazione dell'incidenza del TS in età evolutiva presso due sedi: il Pronto Soccorso (PS) Pediatrico di un presidio Ospedaliero dell'AUSL Città di Bologna e il Pronto Soccorso Generale dell'Ospedale Civile di Rimini; sono state inoltre studiate le modalità diagnostiche e di presa in carico dei soggetti.

Dall'introduzione dell'articolo: "Per molti motivi, per lo più incomprensibili, gli adulti preferiscono credere che i bambini non si suicidino….Una delle difficoltà ad accettare il suicidio infantile nasce dal fatto che le azioni in questa direzione vengono facilmente interpretate come incidenti…."  così scrive Israel Orbach (1988) che da più di 20 anni si occupa di suicidio di bambini e adolescenti. Queste considerazioni spiegano perchè lo studio del tentato suicidio in età evolutiva è estremamente difficoltoso e lo confermano, da un lato una scarsità nei dati presenti in letteratura e, dall'altro, la complessità dell'esecuzione di uno studio sperimentale. 
Le rilevazioni di tentato suicidio sono molto rare, soprattutto nell'età della prima e seconda infanzia.


Nell'articolo: "Considerazioni eziopatogenetiche e cliniche su un caso di ripetuto tentato suicidio di una adolescente".( Rigon Giancarlo, Poggioli Daniele Giovanni., Mancaruso Alessandra) viene descritta e commentata la storia clinica di una adolescente che ha ripetutamente tentato di suicidarsi.

Dall'articolo: ...... Maria è una ragazza di 15 anni giunta all’osservazione di uno di noi mentre era ricoverata in rianimazione dopo aver compiuto un grave atto autolesivo. 
Prima di compiere il suo ultimo tentativo di suicidio, aveva provato “a togliersi di mezzo” - come lei stessa dice -, altre due volte, la prima ingerendo un certo quantitativo di benzodiazepine e la seconda procurandosi una lesione al polso sinistro......


Poster LA RILEVAZIONE DEL TENTATO SUICIDIO IN ADOLESCENZA  (Rigon G., Poggioli D. G., Mancaruso A., Tugnoli)
Poster presentato a Siviglia in occasione del 2° congresso europeo di psicopatologia del bambino e dell'adolescente.

Abstract: E’ noto come la frequenza del tentato suicidio e del suicidio nell’età adolescenziale sia in aumento in tutti i paesi occidentali. Nonostante i numerosi studi dedicati al fenomeno, rimane però difficile fornire dati attendibili sulla reale incidenza,. Al momento la nostra ricerca è orientata in due direzioni: 1) rilevazione degli episodi gravati da conseguenze sanitarie, presso i pronto soccorso degli ospedali; 2) rilevazione del tentato suicidio attraverso l’uso di questionari-selfreport. Questo strumento ha il vantaggio di raggiungere un numero elevato di adolescenti ed è in grado di rilevare anche i tentati suicidi non gravati da conseguenze sanitarie che come sappiamo sono particolarmente frequenti in adolescenza. Seguendo la prima metodologia di ricerca è stata compiuta una rilevazione sull’incidenza del tentato suicidio per la fascia di età 15-19 anni, presso l’ospedale della città Rimini; i dati che presentiamo, confrontati per la medesima fascia di età con i risultati ottenuti in altri paesi europei sono sostanzialmente sovrapponibili: l’incidenza per il sesso femminile è di 314 persone per 100.000 ab.\nella fascia considerata e di 35 per il sesso maschile. Abbiamo inoltre elaborato un questionario atto ad indagare oltreché l’incidenza del tentato suicidio non gravato da conseguenze sanitarie in adolescenza, anche il percorso successivo all’agito (a chi si è rivolto l’adolescente, chi era a conoscenza dell’accaduto, ecc.); questo strumento è inoltre mirato a misurare la correlazione tra sintomi depressivi, autostima, attrazione- repulsione alla vita e alla morte e tentato suicidio. Per quanto a nostra conoscenza, questa ricerca è il primo lavoro svolto in Italia dedicato alla rilevazione del tentato suicidio in età minorile che utilizza un selfreport orientato sugli aspetti sopraindicati.


Fattori di rischio del tentato suicidio. Risultati di un self report anonimo su 517 adolescenti. Daniele Giovanni Poggioli, Roberta Mansi, Alessandra Mancaruso, Giancarlo Rigon.

Una versione più curata dell'articolo la si può trovare nel libro: "Interventi in psichiatria e psicoterapia dell'età evolutiva" Autori o Curatori: Rigon Giancarlo, Costa Stefano.
Contributi nel libro: Bolognini Stefano, Ferrari Pierre, Ferro Antonino, Mancaruso Alessandra, Mansi Roberta, Manzano Juan, Merini Alberto, Palacio Espasa Francisco, Pavan Luigi, Poggioli Daniele Giovanni

Lo scopo dello studio era quello di evidenziare la frequenza del tentato suicidio in adolescenza e nello stesso tempo verificare come il comportamento suicidario in età evolutiva sia una manifestazione complessa, dall’eziopatogenesi multifattoriale. La storia personale di un adolescente che tenta il suicidio è caratterizzata da situazioni di grande disagio che interessano il nucleo famigliare, dall’uso di sostanze e da eventi traumatici recenti oltre che nella storia passata. Abbiamo inoltre evidenziato che il gruppo formato da soggetti che hanno dichiarato di aver compiuto un gesto suicidario presenta, a differenza del gruppo di controllo, mediamente, un alto punteggio alla scala della depressione, bassa autostima, disturbo bulimico con scarso controllo degli impulsi. La grande quantità di informazioni raccolte contribuisce a rendere credibili le risposte raccolte attraverso il self report. Abbiamo visto che alla domanda “hai mai fatto un serio tentativo di toglierti la vita” il 6% delle ragazze ed il 3% dei ragazzi hanno ammesso di averlo fatto negli ultimi 12 mesi. Molti dubbi, come abbiamo visto, si possono avanzare sul reale compimento di un gesto suicidario in un numero così elevato di adolescenti. La complessità e la coerenza interna dei questionari proposti è tale da far pensare che anche se alcuni adolescenti possano aver confuso le minacce o un progetto suicidario con un gesto compiuto era presente, in ogni caso, un alto livello di sofferenza personale. Abbiamo provato a valutare quali fattori di rischio erano maggiormente significativi all’interno del nostro campione, un modello di regressione logistica evidenzia  4 variabili in particolare: il peggioramento recente del profitto scolastico, l’aumento recente del consumo di alcool, la non frequentazione di un gruppo di coetanei ed infine la sottoscala relativa alle difficoltà relazionali della scala di valutazione psicopatologica della depressione (SVSD). Il modello costruito con tali variabili permette, nell’ambito della nostra casistica, una corretta classificazione del comportamento  nell’85,2% dei casi (54 su 63). In particolare individua il comportamento suicidario nel 70,8% dei casi ed individua l’assenza di tale comportamento nel gruppo dei controlli con un indice di riconoscimento del 94,6%. 


TENTATO SUICIDIO IN ADOLESCENZA STUDIO BIBLIOGRAFICO SUI FATTORI DI RISCHIO E I SISTEMI DI AIUTO AGLI ADOLESCENTI CHE TENTANO IL SUICIDIO E ALLE LORO FAMIGLIE. PATRIZIA AMADEI*, SILVIA BONACINI**, UMBERTO NIZZOLI***

RIASSUNTO Lo studio bibliografico presentato tratta la prevenzione del suicidio in adolescenza: vi sono descritti i principali fattori di rischio suicidario e alcune proposte di intervento recentemente effettuate in tale ambito, finalizzate alla riduzione dei comportamenti suicidali. Viene dato particolare rilievo allo studio delle dinamiche attraverso cui l’adolescente, a partire da un’idea di suicidio giunge ad agirla, e all’importanza della sintomatologia ansiosa, spesso sottovalutata, che può derivare da qualsiasi cosa superi le capacità mentali di "contenimento", abbia essa un origine esterna o interna. Le conclusioni tratte evidenziano l’importanza della prevenzione primaria, la necessità di un intervento tempestivo sull’adolescente e sui suoi familiari, da seguire mediante setting separati, nonché la necessità di un approccio bio-psico-sociale al fenomeno.


Tentato suicidio in Età Evolutiva. Intervento clinico e uso della scala MAST nella fase di valutazione, attraverso la presentazione di un caso.
Ponzellini MG.; Bicchielli A.; Grandicelli S.; Fugazzaro M.; Lolli S.; Mancaruso A.; Nappi M.A., Poggioli DG;
poster presentato al XXIII congresso nazionale S.I.N.P.I.A. 25-28 ottobre 2006
Ipotesi: E’ noto come ogni tentativo di suicidio (TS) in età evolutiva segnali sempre una condizione di grave difficoltà. L’adolescente si trova in crisi rispetto a diversi ambiti, in particolare: a livello personale, interpersonale, nel rendimento scolastico e con i familiari. Riteniamo i comportamenti suicidari come la conseguenza di fattori interni ed esterni che, articolandosi fra loro danno luogo a situazioni non tollerabili. Diversi studiosi hanno rilevato nell’adolescente che fa un tentativo di suicidio anche una incapacità di problem solving. Per la valutazione dei comportamenti suicidari esistono diverse scale che mirano ad una valutazione descrittiva e di rischio al TS. In italiano, possiamo utilizzare la scala MAST di Orbach.
Con questo lavoro ci proponiamo di presentare attraverso la descrizione di un caso clinico, il protocollo operativo che utilizziamo con gli adolescenti che arrivano al nostro servizio in seguito ad un tentativo di suicidio.

Tentato suicidio in età evolutiva e disturbi del comportamento alimentare: riflessione su un campione clinico. Autori: Mancaruso A., Poggioli D.G., Chiodo S., Costa S., Rigon G.
E’ noto che il Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) è fortemente correlato ai tentativi di suicidio. Molti studi mirano ad individuare quali sono i fattori che elevano il rischio suicidario nelle pazienti con DCA. Il nostro lavoro revisiona la più recente letteratura e si propone di verificare questi fattori di rischio in un gruppo clinico di pazienti con DCA e giunti alla nostra osservazione in seguito al tentativo di suicidio (TS).


Tentato suicidio in età evolutiva e presenza di patologia psichiatrica in un genitore
Daniele Giovanni Poggioli*; Alessandra Mancaruso**; Giancarlo Rigon***
Neuropsichiatra infantile*, Psicologa**, Primario neuropsichiatra infantile *** U.O. di Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva Ospedale Maggiore “C. A. Pizzardi”
Nell'articolo si può osservare quanto la presenza di un disturbo psichiatrico in un componente familiare sia frequente nel nostro campione (81.8%) di adolescenti che hanno compiuto un gesto suicidario confermando l’importanza di questo come fattore predisponente.
Inoltre, nel nostro campione clinico i soggetti che hanno fatto un tentativo di suicidio in età particolarmente precoce hanno un genitore che soffre di un disturbo depressivo maggiore con sintomi psicotici, in accordo con lo studio longitudinale di Klimes-Dougan et al. (1999) (3).
La ricerca ha coinvolto 192 soggetti di età evolutiva divisi in tre gruppi: figli di donne con disturbo depressivo maggiore, disturbo bipolare e senza disturbo psichiatrico né precedenti psichiatrici, permette di osservare come in percentuale statisticamente significativa i figli di donne con depressione maggiore sviluppino nel tempo e con progressiva gravità comportamenti suicidari. In questi soggetti la massima incidenza di atti suicidari si ha dopo la pubertà mentre in precedenza, l’ideazione suicidaria risulta particolarmente alta.


ADOLESCENZA, TENTATO SUICIDIO E ORIENTAMENTO SESSUALE: UNO STUDIO SUI CORRELATI PSICOSOCIALI
Tratto da: Pietrantoni L. (1999), Il tentato suicidio negli adolescenti omosessuali, Minerva Psichiatrica, 40, 75-80.
ABSTRACT
Obiettivi: Da una parte gli studi epidemiologici hanno rilevato un forte aumento delle condotte suicidarie in età adolescenziale, dall’altra parte gli studi sulla sessualità umana hanno più volte riscontrato alti tassi di suicidalità tra i giovani omosessuali. L’obiettivo dello
studio è stato quello di comprendere le caratteristiche del tentato suicidio negli adolescenti omosessuali e identificare le differenze tra i giovani con e senza pregressi tentativi di suicidio.
Metodi: 64 soggetti che si autodefinivano omosessuali con età compresa tra 14 e 22 anni sono stati sottoposti ad una intervista strutturata e ad un questionario che rilevava il ruolo sociale di genere, l’omosessualità egodistonica, la depressione e altri aspetti sociali e
familiari.
Risultati: Un quarto circa dei soggetti ha riportato almeno un tentato suicidio in passato e le motivazioni riportate erano sia correlate che non correlate con la loro omosessualità. I soggetti con tentato suicidio erano quelli con una maggiore deviazione del ruolo di genere,
con un più precoce riconoscimento dei propri desideri omoerotici, un maggiore uso di stupefacenti e una più problematica situazione familiare.
Conclusioni: Lo studio sottolinea la necessità di comprendere la condotta suicidaria all’interno del più vasto contesto socio-culturale. L’identificazione dei fattori sociali e di personalità che rendono gli adolescenti più vulnerabili a breakdown evolutivi e più predisposti a comportamenti autodistruttivi consentirà di strutturare più efficacemente i programmi di prevenzione del disagio adolescenziale



Riflessioni sulla suicidologia adolescenzialeSCHWARZENBERG T. L.


Studio sugli atti di autolesionismo e comportamenti suicidari nell’adolescenza, studio delle circostanze di vita Dott.ssa Renata Aliverti; Dott.ssa Sara Battistutta
Lo studio nasce dalla constatazione clinica, confermata dalla letteratura esistente, che i comportamenti suicidari e gli atti di autolesionismo in età inferiore ai 18 anni sono un fenomeno frequente e in aumento. Tuttavia le informazioni epidemiologiche, psicologiche e sociali in età evolutiva nella regione FVG sono ancora scarse. Dal momento che spesso in adolescenza il comportamento suicidario può mimetizzarsi, essere scambiato per un incidente o essere “banalizzato”, lo studio punta a promuovere la sensibilizzazione degli operatori sanitari ed educativi per la comprensione dei comportamenti autolesivi o rischiosi al di là dei dichiarati tentati suicidi e la creazione di protocolli di intesa con i servizi specialistici del territorio.