www.prevenzionesuicidio.it

  Il sito fa parte delle iniziative dell'Associazione per la prevenzione dei comportamenti autolesivi e del disagio in età evolutiva
APADEE
Contatti mail 

       suicide child and adolescent prevention
   

Introduzione

Comprensione
del fenomeno

La scala MAST

Intervento

Prevenzione

Tabelle prevalenza

Tentato suicidio
e psicopatologia

Guida per i media

Libri dedicati al TS

Articoli di psichiatria dell'età evolutiva

 

Progetto associazione

Chi siamo

Come sostenere l'associazione

Contatti

Links utili

 
   
La Scala MAST

  • Tentato suicidio in Età Evolutiva: uso della scala MAST per la valutazione dell’atteggiamento verso la vita e la morte.

    Poggioli D.G., Mancaruso A Chiodo S., Costa S., Rigon G
    AUSL di Bologna DSM – U.O.NPEE – UO di Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva Ospedale Maggiore

    In questo lavoro presentiamo la versione italiana della Multi-Attitude Suicide Tendency scale (MAST), scala di valutazione del rischio suicidario.


  • In fase introduttiva, ci preme sottolineare i limiti che, inevitabilmente, presentano le scale per la valutazione della suicidalità in età evolutiva.
    Generalmente, per “suicidalità”, costrutto a cui la maggioranza delle scale sul suicidio fa riferimento, si intende una condizione compresa tra l’ideazione suicidaria ed il suicidio completo. Sono, quindi, compresi gruppi di soggetti diversi: quello degli ideatori, di chi minaccia, di chi ha compiuto un gesto suicidario e dei suicidi.
  • Difficile stabilire in che modo siano collegati i diversi gruppi, non è chiaro se si tratta di gruppi distinti, se si sovrappongono parzialmente o se si tratta dello stesso gruppo. Inoltre, essendo bassa, la percentuale di soggetti che ha compiuto un gesto suicidario o il suicidio, risulta difficile ottenere informazioni statistiche che permettano la costruzione di scale con una capacità predittività elevata.
  • L’obbiettivo principale di ogni scala è avere una elevata sensibilità per identificare tutti i potenziali suicidi. Di conseguenza tutte le scale tendono a sovrastimare il rischio. 
  • Per questo motivo molti autori raccomandano prudenza nella loro interpretazione e ricordano che le scale non possono essere sostitutive della valutazione clinica perché ipersensibili e sottospecifiche. Da sole non hanno valore predittivo. Un adolescente che risulta positivo ad una qualsiasi scala dedicata al TS deve essere sempre valutato clinicamente prima di proporre o formulare un qualsiasi intervento terapeutico.
  • La MAST valuta il rischio suicidario sulla base di un costrutto teorico, non contiene domande dirette a rilevare ideazione, minacce e comportamenti suicidari e quindi non è utilizzabile, da sola, per gli studi sulla prevalenza della suicidalità. Può essere, peraltro, utilizzata vantaggiosamente anche con soggetti che non hanno compiuto TS.
  • Orbach ha proposto una valutazione della tendenza suicidaria basata su un modello fenomenologico del comportamento suicidario.
  • Attraverso osservazioni cliniche e studi standardizzati l’autore ha ipotizzato che il comportamento suicidario ruoti intorno al conflitto tra attitudine verso la vita e verso la morte.
  • Durante tutta la vita queste attitudini sono continuamente soggette a mutamento. All’interno di questa condizione mutevole possono verificarsi eventi o esperienze in grado di modificare l’equilibro causando spinte suicidarie.
  • La MAST consiste di trenta Item con 9 item descrittivi della repulsione alla morte (RD), 7 items per la attrazione alla vita (AL), repulsione alla vita (RL), attrazione alla morte (AD).
  • Le quattro attitudini possono essere sinteticamente descritte come:
  • AL: l’attrazione verso la vita è influenzata dal senso personale di sicurezza nelle relazioni interpersonali (famigliari e amicali), dalle relazioni di amore, dall’autostima, ed in generale previene l’autodistruzione.
  • Alcune delle  domande sono: Per la maggior parte del tempo mi sento felice (n° 1); Sebbene a volte le cose  possano essere pesanti, credo valga la pena vivere (n° 5); Mi vedo, nel futuro, come una persona di successo (n° 13).
  • RL: la repulsione verso la vita riflette esperienze di sofferenza: impossibilità di prevedere una risoluzione allo stato di pena, perdita di persone amate, esperienze di abusi, desiderio di autodistruzione, identificazione con genitori depressi.
  • Alcune delle  domande sono: La vita mi sembra una lunga e difficile lotta (n° 2); Non chiedo aiuto perfino se le cose sono molto difficili per me (n° 9); Ho la sensazione di non essere importante per la mia famiglia (n° 14)
  • AD: (attrazione alla morte) deriva dalla percezione distorta verso la morte che viene considerata come reversibile ed una possibile via di miglioramento. In adolescenza viene spesso idealizzata come uno stato di unione mistica con l’universo. Per chi ha perso una persona cara può essere il modo per ricongiungersi a lei.
  • Alcune delle domande sono: Conosco persone che sono morte e penso che le incontrerò alla mia morte (n° 8); Un gran numero di problemi si risolvono solo con la morte (n° 22); La morte può portare calma e tranquillità (n° 27)
  • RD: la repulsione alla morte può essere elevata anche tra le persone con forte tendenza all’autodistruzione. Deriva dalla consapevolezza di come la morte sia inevitabilmente la fine della vita. La RD rappresenta un forte freno all’autodistruzione anche per la paura di severe punizioni dopo la morte.
  • Alcune delle  domande sono: Pensare alla morte mi dà i brividi (n°10); Mi spaventa il pensiero che un giorno sarò morto (n°20); La morte mi spaventa più di qualsiasi altra cosa (n°29)
  • La scala può essere utilizzata per differenziare i soggetti a rischio suicidario da i non suicidari, per valutare il differente grado di pericolosità del comportamento suicidario, per follow-up dell’andamento della terapia o evoluzione a distanza. Inoltre, può essere utilizzata non solo per gli studi dedicati al comportamento suicidario, ma per valutare gli atteggiamenti verso la vita e la morte in soggetti colpiti da malattie, incidenti, traumi ed altri eventi sfavorevoli della vita.
  • Un criterio per confermare l’utilità e l’efficacia di una scala è la sua diffusione. Riportiamo una breve selezione di ricerche che hanno utilizzato la MAST:
  • È stata applicata per valutare la gravità del rischio suicidario a confronto con altri strumenti di rilevazione.
  • per verificare la suicidalità in adolescenti che hanno subito la perdita di un genitore,
  • per valutare in che misura l’esposizione a tentato suicidio o suicidio rappresenti un fattore di rischio per il tentato suicidio,
  • per stabilire come l’abuso sessuale e/o fisico influisce sull’ideazione suicidaria e gli atteggiamenti verso la vita e la morte, inoltre,
  • per valutare le differenze tra i comportamenti autolesionisti e i tentativi di suicidio e
  • in che misura la percezione negativa del proprio corpo e le cure dei famigliari hanno un peso sulle persone che hanno fatto un tentativo di suicidio.
  • La versione italiana è stata utilizzata, insieme ad altre scale, in, almeno, due ricerche svolte su studenti di scuola superiore a Milano e a Bologna per indagare insieme alla prevalenza anche il profilo dei soggetti con manifestazioni suicidarie.

Limiti della MAST :

  1. 1) mancanza di studi di test-retest. Per altro, la ri-misurazione, sugli stessi soggetti, di aspetti instabili per definizione risulta problematica;
    2) mancanza di studi di validità predittiva; che come abbiamo visto è un problema condiviso da tutte le scale che valutano la suicidalità in età evolutiva;
    3) una delle sotto-scale quella della repulsione alla morte (RD) non ha ottenuto risultati convincenti nelle valutazioni per la validità concorrente ed è risultata carente, in alcuni studi, anche nella possibilità di differenziare tra gruppi di soggetti suicidari e non suicidari.
  • Abbiamo applicato la MAST a tre diversi gruppi di soggetti:
  • a) Gruppo di adolescenti che hanno compiuto un tentativo di suicidio, composta da 61 soggetti. Costituito da due sottogruppi, uno clinico (35 soggetti) ricorso a cure mediche dopo un gesto suicidario ed uno individuato con self report (26 soggetti).
  • b) Gruppo psichiatrico (14 soggetti), individuato in modo casuale all’interno dei soggetti seguiti negli ultimi anni presso il nostro servizio psichiatrico escludendo i soggetti che avevano compiuto TS.
  • c) Gruppo di controllo (27 soggetti) individuato attraverso somministrazione di self report a studenti di scuola media superiore. Dall’analisi dei questionari non risultavano disturbi psichiatrici e non vi erano soggetti che in passato avessero compiuto gesti suicidari.
  • La scala è stata tradotta in italiano dall’inglese da diversi componenti del nostro gruppo di lavoro (psicologi, neuropsichiatri infantili, psichiatri) e la traduzione è stata discussa con lo stesso Orbach che l’ha approvata.
  • La validità del contenuto è stata confermata da diversi esperti interessati al trattamento degli adolescenti con problematiche suicidarie.
  • La validità interna è stata valutata attraverso una analisi fattoriale degli item con rotazione ortogonale (Varimax);
  • è stata mantenuta la struttura a quattro fattori come originariamente proposto da Orbach.
  • Per quanto riguarda la validità concorrente, non è stato possibile valutarla in italiano poiché mancano per l’età evolutiva scale validate di misurazione della suicidalità. E’ stato comunque possibile valutare i quattro atteggiamenti della  MAST con altre scale (SVSD e TMA) validate in italiano non specifiche per la suicidalità ma che hanno attinenza con il costrutto su cui la MAST si fonda.
  • Ricordiamo che negli studi internazionali di validazione la MAST è stata invece somministrata insieme a diversi test concorrenti
  • In questi studi, tutti gli autori hanno trovato una buona correlazione nella direzione attesa per le sotto-scale AL, RL, AD mentre la sotto-scala repulsione alla morte (RD) è quella risultata meno efficace e in alcuni casi non statisticamente correlata in modo significativo con le scale utilizzate per la validazione concorrente.
  • La validità discriminante è stata valutata attraverso il confronto tra i tre gruppi: suicidario (TS), psichiatrico (PSICH) e normativo (NORM).
  • Analisi e discussione dei dati. Dalle diverse valutazioni fatte sulla versione italiana della MAST possiamo confermare l’utilità di questo strumento nel rilevare il rischio suicidario in età evolutiva. Infatti l’analisi dei risultati alla MAST mostra che la differenza tra le medie dei diversi gruppi (grafico 1) è statisticamente significativa per tutti e quattro gli atteggiamenti con una unica eccezione.

    .mast immagine
     
  • Infatti, RD risulta significativamente diversa solo tra il gruppo TS ed il normativo ma non con il gruppo psichiatrico. Questo dato è coerente con quanto riportato da altri autori che hanno segnalato, per la sottoscala RD, la bassa significatività statistica sia per la validità discriminante che per quella concorrente.
    Il gruppo TS come abbiamo visto è composto da soggetti clinici e soggetti individuati con self report. Abbiamo verificato, confrontando i due gruppi, la sostanziale concordanza dei risultati alla MAST. Questo conferma quanto osservato in altri studi e quindi il possibile uso della MAST in ricerche svolte esclusivamente con self report.
  • E’ nostro interesse verificare la sensibilità della scala rispetto alla rilevazione di diversi gradi di suicidalità, caratteristica segnalata sia da Orbach che da altri autori. Attualmente abbiamo potuto osservare  i dati che provengono da un sottogruppo TS, selezionato per gravità (ripetizione del TS), che confermerebbe la sensibilità della scala nella direzione attesa.
  • Ci proponiamo di valutare la MAST anche in un gruppo di pazienti con solo ideazione suicidaria.
  • Intendiamo, inoltre, valutare, se è possibile utilizzare la MAST alla fine o in corso di trattamento ed in particolare, per verificare, in che modo vengono evidenziati eventuali cambiamenti del soggetto.

MAST questionario: SV=sempre vero; V=vero; NVNF=né vero né falso; F=falso; SF=sempre falso

LE DOMANDE CHE SEGUONO RIGUARDANO IL TUO ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELLA VITA E DELLA MORTE.

SV
V
NVNF
F
SF

1. Per la maggior parte del tempo mi sento felice

          

2. La vita mi sembra una lunga e difficile lotta

 

3. Mi fa paura l’idea che la morte sia senza ritorno

 

4. Temo la morte perché arresterà tutta la mia attività, intellettuale e spirituale.

 

5. Sebbene a volte le cose  possano essere pesanti, credo valga la pena vivere .

 

6. Le persone che mi sono più care mi fanno sentire bene

 

7.Temo la morte perché di me non rimarrà più nulla

 

8. Conosco persone che sono morte e penso che le incontrerò alla mia morte.

 

9. Non chiedo aiuto perfino se le cose sono molto difficili per me.

 

10. Pensare alla morte mi dà i brividi.

 

11. Ho paura della morte perché il mio corpo si decomporrà.

 

12. Temo la morte perché questo vuol dire che non sarò mai più in grado di provare emozioni e pensare.

 

13. Mi vedo, nel futuro, come una persona di successo.

 

14. Ho la sensazione di non essere importante per la mia famiglia

 

15. A volte ho l’impressione che la mia famiglia starebbe meglio senza di me

 

16. A volte mi sembra che i miei problemi siano irrisolvibili.

 

17. La morte può cambiare le cose in meglio

 

18. Sono molte le cose che mi piacciono

 

19. In realtà, la morte è vita eterna

 

20. Mi spaventa il pensiero che un giorno sarò morto

 

21. Non mi piace stare in compagnia dei miei famigliari

 

22. Un gran numero di problemi si risolvono solo con la morte.

 

23. Ritengo che la morte possa portare un grande sollievo dalla sofferenza.

 

24. Mi fa paura la morte perché tutti i miei progetti finiranno con essa.

 

25. Sono ottimista.

 

26. In alcune situazioni è meglio morire piuttosto che continuare a vivere.

 

27. La morte può portare calma e tranquillità

 

28. Molte cose nella vita mi rendono felice

 

29. La morte mi spaventa più di qualsiasi altra cosa

 

30. Nessuno mi ama veramente