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The Bridge - Il ponte dei suicidi

Recensione http://www.icine.it/fmm/articoli.php?id=22522
The Bridge - Il ponte dei suicidi

È possibile documentare la morte? O peggio ancora, il desiderio di morire. È ciò che ha cercato di fare Eric Steel, filmmaker americano già produttore esecutivo e regista, che con "The Bridge" firma il suo primo documentario. Nel 2004, Steel e la sua troupe hanno tenuto sotto costante osservazione il Golden Gate Bridge di San Francisco, in assoluto il luogo che conta più tentativi di suicidio al mondo. E hanno filmato un inquietante numero di figure che si ritrovavano lì a camminare su e giù, come se ci fossero capitate per caso.
Nel documentario queste figure le osserviamo da lontano e l'indecisione è leggibile nei movimenti, nel modo in cui si affacciano e poi si ritraggono come se non volessero cedere ad una tentazione troppo forte. Alcuni ci ripensano, altri vengono fermati in tempo. Altri ancora, nel tempo di un attimo li vediamo tuffarsi nel vuoto. Le immagini del ponte si allacciano poi ad interviste rilasciate da chi a quelle morti è sopravvissuto, e tenta in qualche modo di spiegare. Racconti che danno volto e nome a quelle figure, le fanno diventare "persone che hanno realmente vissuto" fino ad effettuare quella scelta di cui siamo stati testimoni.
"The Bridge" è un documento scioccante ed eticamente discutibile. Nobili le motivazioni che hanno spinto il regista a portare a termine questa operazione, ovvero smuovere le autorità locali affinché venga alzata sul ponte "una barriera anti-suicidio", eventualità finora esclusa per motivi estetici. Eppure... Quanto sia giusto rubare quell'istante così privato ed ultimo dell'esistenza di un essere umano, reiterare con il montaggio quei secondi infiniti che separano la vita dalla morte, mentre il corpo cade inesorabilmente fino all'impatto con l'acqua. Immaginare ciò che non si può, ovvero dove possa andare il pensiero dell'uomo in quegli stessi istanti. Sono quesiti ai quali non ci è dato rispondere. In un'epoca in cui siamo abituati a farci sbattere la morte in faccia quotidianamente dai media, "The Bridge" è un film che fa riflettere. Tanto sul suicidio in sé, quanto sui limiti che il desiderio di cronaca dovrebbe porsi.

(2007-04-30)

Le morti degli altri

Recensione del film The Bridge - Il ponte dei suicidi (2006)

a cura di Massimo Borriello  http://www.movieplayer.it/film/10818/the-bridge-il-ponte-dei-suicidi/
Il documentario annaspa nel voler evitare la volgarità della spettacolarizzazione della morte, ma tutte le sue immagini e le interviste raccolte non riescono mai a raccontare la verità della condizione dei protagonisti, la disperazione o i vuoti che conducono ad un simile gesto.
Le morti degli altri
Presentato alla prima edizione della Festa del cinema di Roma, il documentario di Eric Steel sui tuffi suicidi dal Golden Gate Bridge, il gigantesco ponte di San Francisco avvolto perennemente nella nebbia che ha ospitato negli ultimi anni un numero impressionante di suicidi, arriva nelle sale italiane in un momento in cui la cronaca riporta vari casi di ragazzi che si tolgono la vita, testimoniando tutta quell'insostenibile pesantezza del boccheggiare in una società che non tutela in alcun modo i suoi membri più giovani, vittime dell'arroganza altrui e della loro stessa debolezza. E' impresa quasi impossibile raccontare un suicidio e pur saccheggiando la storia di una persona che sceglie di morire probabilmente non si arriverà mai alla verità. Un tale gesto estremo pretenderebbe più rispetto di quello che di solito si è disposti a concedergli, condannato com'è da chi professa una religione che è sempre più lontana dalla vita reale e dai problemi delle persone. Il cinema si concede stavolta l'occasione di raccontare storie reali sulla scelta di morire (lontanissima però dal diventare un diritto), con la forma privilegiata del documentario, ma sullo schermo finisce, inevitabilmente, con l'apparire soltanto la superficie del problema.

The Bridge - Il ponte dei suicidi è l'ultima frontiera del reality: non si spiano più le vite degli altri, ma le loro morti spettacolari. Il regista americano e la sua troupe hanno piazzato nel 2004 un paio di telecamere a riprendere per un anno, nelle ore diurne, il ponte dei sospiri spezzati, documentando più di venti suicidi e qualche salvataggio o tentativo fallito. Sono state quindi selezionate le immagini più inquietanti, con queste anime torturate nell'attimo prima della decisione fatale e nel momento del tuffo che in quattro secondi portava il loro corpo alla morte, intervallate nel montaggio finale da numerose interviste a familiari, amici e testimoni. Il documentario, eticamente discutibile, annaspa nel voler evitare la volgarità della spettacolarizzazione della morte, ma tutte le sue immagini e le interviste raccolte non riescono mai a raccontare la verità della condizione dei protagonisti, i lori stati d'animo, i segreti inconfessabili, la disperazione o i vuoti che conducono ad un simile gesto. Si dice solo della loro passività o dei problemi psicologici, ma la realtà delle motivazioni sembra risiedere in un altrove che non può essere indagato.

Salvare qualche storia simbolica dalla desolazione dell'oblio non è abbastanza per giustificare un reportage che si arroga il diritto di mostrare un evento così delicato, giustificandosi con l'urgenza di mostrare la realtà e il suo orrore. Le immagini delle passeggiate nervose dei suicidi sul ponte o il loro fulmineo tuffo nella morte non raccontano nulla dei protagonisti, ma danno soltanto un fastidioso senso di nausea, tanto che a tratti sembra di assistere ad uno snuff movie. Ci si sente tutti un po' colpevoli sì, ma i mezzi utilizzati sono scorretti e fanno dubitare della buona fede del progetto.
The Bridge è un documentario ad uso e consumo di chi rimane, quasi un'auto-assoluzione da parte di chi non ha fatto abbastanza, ma prova a mettersi l'animo in pace tessendo le lodi di quelle persone che scelgono di farla finita e che alla fine dei conti risultano sempre "speciali".

Data di pubblicazione: 26.04.2007